La versione italiana di BELIEVERS è ora disponibile sia nelle varie versioni elettroniche che in brossura, troverete i link nella pagina WHERE TO FIND OUR BOOKS di questo blog.
Questa è la prefazione al libro,
Questa galleria di immagini è il frutto di un
progetto durato vent’anni che ha portato alla pubblicazione di sei libri e diverse mostre fotografiche. Non troverete didascalie
indicanti luoghi, eventi e tanto meno la fede cui i momenti di preghiera
appartengono. Questo lungo periodo di ricerca ha rafforzato la mia convinzione
che la fede, individuale e collettiva, risponde a un bisogno comune a tutta
l’umanità. I precetti, i riti, le preghiere sono vari ma la profonda radice che
gli accomuna ne rivela più le similitudini che le diversità. Se un ordine
vogliamo cercare in questo flusso di momenti è un andare dalla preghiera
individuale, quella dove la spiritualità più profonda cerca risposte e
consolazione, fino alle celebrazioni collettive dove il credere diviene
simbolo, evento, comunanza di valori. E sono proprio queste similitudini nella
fede, tradotte in gestualità, che mi hanno guidato nell’avvicinare credi
diversi, con l’intermissione di luoghi e simboli.
Io non
credo. Nel senso che non faccio riferimento a nessuna religione in particolare.
E’ vero che ho avuto un’educazione cattolica, come la maggior parte dei bimbi
italiani, ma sono poi cresciuto con l’ideologia socialista che descriveva la
religione, quella istituzionalizzata e strutturata, come “l’oppio dei popoli”.
Che questa sia il più potente strumento di controllo sociale è fuor di dubbio,
ma che le ideologie del secolo scorso siano rapidamente cadute nello stesso
vortice ideologico è innegabile, con simboli, profeti e celebrazioni
collettive che poco avevano da invidiare alle liturgie più conservatrici.
Ho
il più grande rispetto per la spiritualità individuale, compresa la mia, dal
carattere incerto, per la ricerca di comunione con quella dimensione i cui
confini sono indefinibili, così come conservo la mia critica a quelle istituzioni religiose
che espandono la loro influenza alla componente politica ed economica della società,
a volte con intromissioni importanti, altre volte addirittura con la pretesa di
sostituirsi ad esse. Ben poco resta dell’abbandono delle ricchezze del principe
Siddhartha nei Sangha contemporanei; e ancor meno degli insegnamenti di Cristo
nelle elaborate celebrazioni delle chiese che a lui si riferiscono, spesso
tenute in strutture sfarzose che farebbero impallidire qualunque “mercante nel
tempio”. Radicalizzazioni ancora più grossolane sono applicate alla essenzialità etica che Maometto aveva esposto nel Corano,
ispirato dalla semplicità della vita in ambienti desertici.
Sono
considerazioni controverse, facilmente tacciabili di superficialità, per nascondere un’evoluzione che in millenni
ha profondamente alterato le dottrine originali. Quello che non è mutato, e che
ancora mi affascina, è la sincerità d’animo di chi si inchina davanti a un
simbolo, a un luogo, a un paesaggio, in realtà all’inafferrabile, in cerca di
se stesso.