La versione italiana di THE LAST FRONTIERS è ora disponibile sia nelle varie versioni elettroniche che in brossura, troverete i link nella pagina WHERE TO FIND OUR BOOKS di questo blog.
Questa è la prefazione al libro,
Questi erano i bordi del mondo umanizzato. Confini naturali, dove la vita seguiva ancora ritmi antichi perchè condizionata dalla potenza dell'ambiente. O confini artificiali, politici, segnati dalla storia e dai contrasti di secoli. I primi si stavano già affievolendo grazie alla rapida diffusione della tecnologia, dei social network che seguivano la televisione satellitare. I secondi sembravano destinati a scomparire grazie proprio alla globalizzazione economica, alla creazione di aree di libero scambio, all'eliminazione di visti e passaporti. Restavano però linee dove si concentravano contrasti e conflitti, flussi migratori e fughe da situazioni invivibili, muri che dividevano un mondo di apparente benessere da un altro che ambiva alle stesse condizioni.
Poi la reazione è arrivata. L'opposizione alle aperture dei confini, il ritorno dei nazionalismi, le paure del diverso, hanno di fatto cancellato quella comunanza di pensiero che i social network stavano spalmando su tutta l'umanità. A mio vedere questo è solo un nostalgico e futile rallentamento di un processo enorme e ineluttabile. l'aprire l'ombrello quando una diga cede. Arriva comunque troppo tardi per salvare quella diversità culturale che è oramai compromessa. Quello che differenzia oggi chi sta sui due lati delle nostre linee politiche è solo la condizione economica, non l'insieme dei valori che ognuno si porta nello zaino. Dunque questi non sono più i confini che io andavo cercando, i luoghi dove la diversità si manifestava evidente, si confrontava, a volte esplodeva.
Quelle ultime frange culturali continuano a affievolirsi anche quando si rialzano i muri.